C’è un obiettivo nella pittura di A.G. Cattani: rimanere fedele, con serenità alla realtà. Tra i diversi generi, dalla natura morta, al ritratto, al paesaggio, alcuni dipinti rivelano l’interesse per la città, altri dilatano frammenti di visioni in interni, altri ancora variano nella resa della natura. Emergono alcune figure che trapelano nello sguardo, nei tratti una particolare sensibilità interpretativa.
Dr.ssa Maria Lucia Ferraguti – su “La Domenica di Vicenza”.
Presentazione Prof.ssa Luciana Peretti alla mostra galleria Scaletta 62-Vicenza-2006
“Pittura come diario”
Seguire il percorso pittorico di A.G. Cattani è come iniziare un lungo eccitante viaggio che si snoda dal cuore della sua città. Vicenza, attraverso l’insolito scorcio di un palazzetto circondato dal verde, si allarga a comprendere il meraviglioso equilibrio classico della Rotonda palladiana, si sofferma sul delizioso specchio d’acqua quasi sfiorante il basamento della “Malcontenta”, quindi s’inoltra attraverso percorsi ben noti ai vicentini, svelando vallate montane verdeggianti ed apriche, romitori antichi incastonati tra scabre pareti collinari istoriate dal tempo.
Questi soggetti, minuziosamente descritti con pennellate attente al segno, al tocco, al riflesso, alla riscoperta fedele di tonalità esprimenti un morbido equilibrio tra clima-interventi umani-natura, chiariscono il rapporto del pittore con i luoghi prescelti, che è di osservazione, piacere estetico, convinzione meditativa.
Riprodurre, riconoscere e diffondere, esaltare il meglio, un indicare la strada maestra, con la gioia della individuazione e l’orgoglio della capacità tecnica, della fedeltà interpretativa di appassionato autore.
Cattani ama riprendere il “clima”, il “tono” delle località raggiunte nel suo frequente aggirarsi per le strade del mondo. L’evidente desiderio di essere personalmente a contatto con i luoghi si mescola al bisogno di farli propri, effigiandoli su piccole tele tramite la duttile gamma coloristica della sua tavolozza, distesa sopra: accurata mescola con olio e pennelli.
Attentamente articola i dolci contrasti tra materiali diversi, espande delicate nuances atmosferiche intorno ai vari siti, dà vita ad immagini suadenti nella loro tranquillità, emananti l’eccezionale serenità di un tempo apparentemente imperturbabile.
Angoli della quieta Provenza con motivi gotici, scogliere normanne battute dai venti e maree, limpidi algidi laghi della Svezia mostrano la varietà di paesaggi raggiunti e “gustati”; fanno sognare il visitatore con le proprie suggestioni.
Acuto anche nel ritrarre le varie tipologie etniche, l’autore trasferisce sui volti i caratteri e le differenze dei popoli con evidente versatilità. Nel suo stile il termine “classico” ha il posto d’onore, ma in riferimento alle “nature morte” qualche invenzione di matrice iperrealista è individuabile e sembra la logica conseguenza di un fare sempre più preciso, tendente alla perfezione formale fino a farne un ideale. |